La Chiesa

Chiesa Maria Ausiliatrice

Già negli anni 1970 si pensa alla nuova Chiesa da costruire in Via Roma, in uno spazio limitato posto tra la casa dei salesiani e abitazioni già esistenti. Nella progettazione della Chiesa si attiva l’architetto della curia Fiesolana, Don Angelo Polesello, che utilizza al meglio lo spazio disponibile. Ingegnere responsabile è il dott. Fernando Brunori, mentre l’ideazione, l’assistenza ai lavori, i disegni e la contabilità, sono opera, impegno e passione del Geom. Tito Tomoli che, sempre disponibile, fa tutto come “se fosse a cosa sua con amore ed esperienza”.

Le due vetrate principali sono poste una a sinistra del tabernacolo e l’altra posta alla spalle dell’altare. La prima riproduce in simboli stilizzati il sogno di don Bosco della barca (Chiesa) e delle due colonne, su una delle quali è raffigurato il simbolo Eucaristico (IHS) e sull’altra M.A. (Maria Ausiliatrice) mentre sulla vela della barca sono espressi i segni del potere Petrino, rappresentati dalle chiavi. Nella vetrata centrale, posta alle spalle dell’altare e risalenti sino all’altezza del tamburo della chiesa, i colori dominanti: rosso, celeste, verde e rosa danno cromaticità armonica e luce alla Chiesa. Nel fondo della cappella di forma curvilinea, un po’ stretta, a dire il vero, corre una vetrata che riprende i colori delle altre sopra descritte.

E finalmente si arriva alla benedizione della Chiesa che viene ricordata con una lapide posta esternamente alla sommità dello scivolo di entrata.

Sempre sulla stessa parte, quasi a ribadire la continuità della presenza Salesiana in Figline Valdarno, è stata posta un’altra lapide, tolta dal vecchio oratorio.

La chiesa è terminata ormai da 5 anni ma le pareti nude danno un senso di vuoto che non si addice né al luogo, né alla vita di un ambiente oratoriano ed ecco l’impegno di don Morelli, che pensa in grande e, avvicinato il pittore Pietro Annigoni, chiede se poteva impegnarsi a preparare affreschi per le pareti nude. Il Maestro fortemente impegnato non può, ma suggerisce, per l’opera, un suo allievo molto apprezzato da lui, il pittore Silvestro Pistolesi.

E questi realizza tre affreschi che danno senso di completezza alla Chiesa.

Nella parete di destra, guardando la Chiesa dal fondo e rivolti all’altare, viene realizzato un grande affresco, riproducente le Nozze di Cana e dove vengono ritratti nei volti dei personaggi, le sembianze di alcuni figlinesi. Nella parete di infondo un altro affresco ricorda il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci.

dipinto di silvestro pistolesi nozze di cana
Affresco del pittore Silvestro Pistolesi raffigurante “Le nozze di Cana”.

Centralmente un altro affresco riproducente la crocifissione del Cristo illuminato e illuminante, rompe la tragica e cupa tonalità della composizione. Un altro affresco, dai colori decisamente diversi e dal tratto particolarmente staccato rispetto ai precedenti, riproduce la vita del vecchio oratorio e quella del nuovo oratorio, con inclusione di volti di ragazzi, ragazze oratoriani dell’epoca e dei sacerdoti presenti. Il tutto sotto la protezione di un Cristo Risorto e trionfante. Questo affresco è stato eseguito da un nostro ex-allievo Lazzeri Silvano.

Alla fine del 1973 la chiesa è quasi terminata, e sinceramente è riuscita bene. Si provvede ora alle vetrate, che riproducendo simboli, immagini stilizzate, danno movimento, luci ed armonie di colori.